All’imbocco della pista forestale, di fronte all’albergo Pradibosco, che scende verso il greto del torrente Ongara un cartello ci segnala che utilizzeremo parte dell’Anello delle Malghe – Casera Malins, coincidente qui con il segnavia CAI n.204a. Ci si avvia quindi lungo la strada sterrata scendendo dolcemente verso l’alveo del torrente Ongara. Con una marcata ansa la strada prende a costeggiare il rio lungo la sua sinistra orografica per poi attraversarlo con un primo guado evitabile mediante un ponticello in legno. Si perde quota ancora per poco raggiungendo il punto più basso dell’escursione (m 1060) dove la pista piega decisamente a destra immettendosi nel vallone del rio di Malins. Dopo poco si lascia a sinistra la deviazione per casera Vinadiuta proseguendo lungo la pista principale che risale sulla sinistra orografica della valle.

Dopo una curva, la strada si affianca al letto del rio il cui impeto si è cercato di contenere con la costruzione di una serie di briglie che si spingono fin nella parte alta del vallone. Si guada il rio una prima volta proseguendo lungo l’altra sponda e oltrepassando una ulteriore deviazione a gomito che si lascia sulla sinistra. Si guada una seconda volta il rio di Malins riportandosi nuovamente sulla sinistra orografica dove si riprende a salire affiancando ora il greto del torrente Rioda. La pista prosegue su questo lato della valle fin quando le condizioni del versante, sempre più friabile e rovinato, lo consentono poi con un ultimo guado passa definitivamente sulla sponda opposta. Da questo parte possiamo osservare con una certa sicurezza i calanchi e le erosioni del pendio soprastante, segnato da numerose frane e smottamenti che scaricano continuamente detriti sul fondo del vallone.

La pista prende poi a salire decisamente con una serie di serpentine allontanandosi dal greto del torrente. Successivamente taglia in diagonale, passando alla sommità di un esteso pendio scosceso. La pista risulta protetta da una staccionata in legno ma in caso di forte innevamento la sede stradale potrebbe risultare completamente inglobata nel pendio ed allora è necessario attraversare con la dovuta attenzione. Oltrepassata una piccola ancona la pendenza si appiana decisamente e ci ritrova così a percorrere un piacevole tratto quasi in falsopiano. Dalle schiarite del bosco di abete rosso già si può vedere il grande ripiano che costituisce il pascolo della nostra meta.

Ci si accosta nuovamente al vallone del rio di Malins che scorre ora incassato in un vallone e con un breve traverso lo si interseca un’ultima volta fuoriuscendo dopo poco dal bosco ai piedi di una grande distesa prativa. Con una serie di piccole svolte su terreno aperto si raggiunge così il grande complesso malghivo dicasera Malins (m 1672). Dopo una lunga attesa ed un percorso che si è svolto prevalentemente nel fondovalle o nel bosco ora il panorama si apre sui monti che racchiudono la val Pesarina. La casera, ristrutturata di recente, offre una piccola stanza aperta al piano superiore dove però non vi è la possibilità di accendere un fuoco.

Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.